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Pietro De Zanna
Il progetto

   

In Val Vigezzo c'è un piccolo paese di 100 abitanti dove il tempo sembra essersi fermato. Case e tetti in pietra, stradine in acciottolato; ad ogni angolo è possibile cogliere uno scorcio di storia, di tradizioni, di vita vissuta: Zornasco, frazione di Malesco, in provincia di Verbania.

Nel cuore del suo centro storico c'è piazza De Zanna, dedicata al personaggio che inventò il calorifero ad aria calda, perché proprio li, nacque e proprio in quei luoghi fu "ispirato" nella costruzione di ciò che da li a poco sarebbe stato definito, niente meno che da Re Carlo Alberto, un vero prodigio.

Volendo rendere omaggio a questo importante inventore, è stata decisa la ristrutturazione della piazza mantenendo lo stile dell'epoca, risalente agli inizi del 1700, e la posa di un monumento a me commissionato.

Pietro Giovanni Maria Zanna: questo è il suo vero nome, recuperato negli archivi della chiesa parrocchiale di Zornasco, modificato successivamente in Pietro De Zanna con l'aggiunta del prefisso "De" che caratterizzava un tempo la nobiltà della famiglia.

Fece infatti la sua fortuna emigrando giovanissimo in Austria nel 1800 e aprendo una fumisteria insieme al fratello Bartolomeo vicino a Vienna, diventando in tal modo famoso e poi nobile, potendo proporre con successo il suo progetto proprio a Palazzo Imperiale e successivamente in svariati castelli dei Savoia in Italia.

Per lo studio del monumento avevo comunque poche e frammentarie notizie. Può sembrare strano ma è importantissimo riuscire a recuperare il maggior numero di documenti e testimonianze perché ogni particolare della storia può servire da spunto per avere l'ispirazione giusta. Mi sono così cimentato nella più approfondita e completa ricerca storica che abbia mai compiuto, anche se molto si potrebbe ancora scoprire.

Partii come è ovvio dalla casa natale dei De Zanna a Zornasco ma essendo migrato in giovane età rimase poco nulla se non un importantissimo ritratto (unico indizio della fisionomia di famiglia) del fratello Bartolomeo e qualche sporadica testimonianza dei suoi rari ritorni in paese.

Successivamente mi rivolsi al direttore del Foro Austriaco di cultura del consolato di Milano, Mario Erschen con la speranza,poi rivelatasi vana, di poter ricevere notizie dagli archivi di Vienna.

In seguito, visto che l'invenzione fu portata nei castelli reali della Sua famiglia, contattai il principe Emanuele Filiberto di Savoia, che gentilmente mi diede ulteriori indicazioni per proseguire la ricerca mettendomi in contatto col Sacro Ordine Cavalleresco Mauriziano. Fra i loro beni artistici figurano infatti Villa Stupinigi di Torino ove ancor oggi è possibile trovare traccia del progetto. Qui mi aiutarono, e voglio nuovamente ringraziarli: Michele Suma, direttore della rivista on-line; Dr. Rotunno responsabile settore restauri; Dott.ssa Cristina Scalon, responsabile Archivio Storico.

Ma il vero e sostanziale aiuto lo ricevetti dall'architetto Paolo Fiora della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, studioso delle residenze Sabaude contattato grazie all'interessamento del vice presidente del Consiglio Comunale di Milano, nonché vice Segretario Nazionale U.M.I. (Unione Monarchica Italiana). Il dott. Fiora fu relatore di una tesi di laurea, proprio riguardo l'invenzione del calorifero, stesa dalla dottoressa Architetto Bianco dalla quale sto tuttora ricevendo documentazioni per meglio onorare questo interessante personaggio.


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