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Ultimata nel 2002 la Fontana del Basilisco nella Piazza della Chiesa di Malesco, ha richiesto uno studio di ben due anni. Ideata dallo scultore milanese Luca Di Francesco e pregevolmente progettata dal geometra Giorgio Cavalli, risulta essere un condensato di riferimenti storici e naturalistici dove ogni particolare ha un preciso significato.
LA FORMA
La forma deriva da un fiore di prato, la Potentilla Tormentilla che è il simbolo dello stemma del Comune di Malesco.
La Potentilla è una rosacea a 4 petali di colore giallo, presente in notevole quantità in Malesco e che da tempo immemorabile è conosciuta per le sue proprietà curative.
Scriveva Castore nella sua opera "Herbario Nuovo" del 1585 a proposito della Potentilla Tormentilla: "è cosa veramente meravigliosa, che legata in su le palmi dell mani, e sotto le piante dei piedi, spegne il calore di tutte le febbri, e ferma i flussi delle donne, e la dissenteria.
Veniva utilizzata anche per produrre filtri magici da parte delle streghe forse in relazione ad alcune proprietà allucinogene. La forma è stilizzata in quattro petali corrispondenti alla fontana centrale e quatto sepali corrispondenti alle quattro fontane laterali.
IL BERZELESK
Il Berzelesk è un animale al limite tra il reale e l'irreale; la sua presenza è stata più volte segnalata in territorio di Malesco ed in particolar modo sulla sinistra orografica del Rio Portatola sul versante di Campo. Chi lo ha visto lo descrive della lunghezza di 50 cm e dotato di una grande cresta, capace di grandi salti e dallo sguardo ipnotizzante, predilige le zone molto umide ed i ruscelli.
LA SCULTURA
In base a numerose testimonianze e antiche documentazioni degli abitanti di Malesco, che giurano di aver scorto più volte negli ancora incontaminati boschi della valle, un animale favoloso, dalle proprietà atipiche, un iguanide del tutto riconducibile alle fattezze di un Basilisco, è stata studiata una scultura che lo riproducesse nel suo atteggiamento tipico e nelle sue reali proporzioni.
Traendo anche spunto dal Basilisco biblico e dalle credenze medioevale che lo volevano come rettile favoloso dalla bocca di fuoco che dava la morte con lo sguardo ipnotico, lo scultore milanese Luca Di Francesco ha voluto soffermarsi nel dettaglio dell'espressività dello sguardo, coi particolari della lingua biforcuta e i canini da serpente, cresta da gallo e squame da rettile, il tutto in un atteggiamento plastico molto realistico, che insieme alle sue dimensioni lo rende dominante, il vero protagonista della piazza e dell'intero paese.
La vera difficoltà cui lo scultore è andato in contro è stata la necessità di adattare l'animale alla roccia già preesistente. Su di essa ha studiato l'atteggiamento più giusto, consono alla forma della roccia. Come si può notare il Basilisco pare modellato su di essa.
I RAPPORTI GEOMETRICI
Per definire l'opera, affinché si inserisse nel contesto della Piazza circondata da edifici di grande rilevanza storica, sono stati adottati dei criteri di progettazione che garantissero dei rapporti dimensionali adatti, cercando di armonizzare le esigenze costruttive dell'opera con il suo contenuto spirituale, fino a giungere alla fusione dei due concetti di una storia di unità superiore.
Il raggiungimento di tale obiettivo è stato reso possibile fissando i rapporti geometrici e stabilendo quelli dimensionali secondo la sezione aurea (rapportando cioè le misure dell'opera a quelle de corpo umano) sfruttando le misure ricavabili dalle tabelle utilizzate dall'architetto le Corbusier da lui denominate "Serie azzurra". L'armonia delle forme, Può essere meglio compresa osservando le linee che collegano i punti principali tracciate durante la costruzione geometrica visibili sulla pianta al centro del tabellone, le quali, grazie ai rapporti applicati, creano una serie di figure piane inscritte in circonferenze il cui centro coincide con quello della fontana, preso come origine della costruzione; paragonabili in senso metaforico al fenomeno conseguente al lancio di una sasso in uno specchio d'acqua, costituito dalla serie di cerchi concentrici al punto d'impatto che si allargano in superficie. I rapporti dimensionali sono invece stati scelti per permettere di vivere la fontana sfruttandone i bordi della vasca come sedile, godendo contemporaneamente delle dimensioni armoniche delle componenti del monumento della distesa della piazza della chiesa e dello splendido effetto creato, specie di sera, dalla alte costruzione circostanti che dal limite degli spazi si stagliano verso il cielo.
I sepali sono inoltre orientati in direzione dei punti cardinali; guardando la fontana dal sepalo sud inquadrandolo con il sepalo nord ed alzando gli occhi su una ipotetica linea immaginaria, è possibile, nelle notti in cui le condizioni meteorologiche lo consentono, individuare la stella polare.
In corrispondenza dell'inizio dei petali, contrapposti alle fontanelle esterne sono stati posti quattro elementi pentagonali al di sopra dei quali è ubicata la scultura della Potentilla Tormentilla riprodotta in scala 50:1, dalla quale sgorga l'acqua potabile.
IL MASSO DI LAUGUERA
Il masso centrale proviene dalla Valle Qarem in località Curgibin, in territorio di Malesco ed è Pietra Ollare, la quale per la sua attitudine alla lavorazione e dalla capacità di trattenere il calore, fu utilizzata dall'uomo sin dalla notte dei tempi. In particolare veniva utilizzata per produrre i lavelli (leviz) recipienti di forma circolare che servivano per la cottura dei cibi.
Sul sasso sono presenti numerosi segni che ne permettono una lettura approfondita. In direzione dei sepali possiamo osservare:
SEPALO SUD: sono ancora presenti due lavaggi in fase di lavorazione non estratti di cui il più grande è sommerso.
SEPALO EST: sono presenti tre lavaggi in fase di lavorazione non estratti
SEPALO NORD: è presente un'incisione che serviva per sondare la compattezza del sasso oppure per creare una linea di spacco attraverso l'inserimento di cunei in legno bagnati all'occorrenza.
SEPALO OVEST: sono presenti i segni di lavaggi ormai rimossi ed incisioni di sondaggio. Molto interessante è la presenza del Rhizocarpon geographicum, un lichene crostoso di color verde. La crescita è di 4 mm, al secondo: sul masso sono presenti licheni di almeno un migliaio di anni. Eccezionale è la presenza di licheni di 18 mm di diametro sopra un'area di estrazione dell'uomo. Ciò ci permette di affermare che l'estrazione è avvenuta per lo meno 450 anni fa, ossia precedentemente all'anno 1550.
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