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Citato in antichi testi ebraici, proliferato nel Medioevo, riesumato da Borges, ucciso da Harry Potter nel secondo libro della saga di Hogwarts, il basilisco incombe nel nostro inconscio da sempre. Ecco un breve profilo di questa creatura fantastica che ha attraversato i secoli, arrivando persino dalle nostre parti, precisamente in Valdossola. Ma cos'è il basilisco? In poche parole è l'essere favoloso del mondo dei serpenti, un rettile leggendario carico di significati simbolici: il male, il lato più ostile della natura, uno dei peccati capitali, la capacità di guardare dentro noi stessi senza essere travolti da quello che vediamo.
Scrive Plinio: è un drago che ha sulla testa una corona d'oro, grandi ali spinose, una coda di serpente, che termina con la testa di un gallo. Il suo fiato avvizzisce la frutta. Il suo sputo brucia e corrode. Il suo sguardo spacca le pietre.
Continua Plinio: il suo sibilo fa fuggire i serpenti: non striscia sinuosamente come gli altri rettili, ma avanza col corpo eretto a metà.
Per alcuni è lungo 150 metri, per altri pochi centimetri. La donnola è il rimedio contro questo mostro: la si butta nella tana del basilisco e lo uccide col suo odore, ma anch'essa muore.
Secondo altri il basilisco può essere sconfitto solo con uno specchio che riflette il suo sguardo carico di morte. E'raffigurato da un gallo dalla coda di drago o da un serpente con ali di gallo.
Tra i peccati capitali il basilisco simboleggia la lussuria. Per quanto riguarda la nascita del basilisco, l'ipotesi più accreditata è quella di un uovo deposto da un gallo e covato da una serpe o da un rospo. E allora se capitate dalle parti della Valdossola, nell'impossibilità di recuperare una donnola (che tra l'altro farebbe una brutta fine e quindi lasciatela stare) portatevi un bello specchio. Non si sa mai.
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