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Da tempi immemorabili, in svariate località alpine, si racconta di avvistamenti misteriosi riguardanti un rettile, non ben identificato, dalle proprietà ipnotiche, che semina il terrore tra gli escursionisti che si addentrano nelle numerose aree alpine ancor oggi incontaminate. Svizzera, Austria, Italia, hanno fornito nei secoli numerose testimonianze, favorendo il sorgere di una leggenda tramandata di generazione in generazione: ancor oggi trova sporadiche segnalazioni fra gli abitanti della Val Vigezzo, vicino al Parco Naturale della Val Grande e in particolare tra gli abitanti di Malesco, in provincia di Verbania. D'altronde la montagna è sempre stata vista nel passato come una sorta di mostro sacro, una divinità da venerare e da rispettare ricca di diavoli, draghi e creature malefiche sempre pronte a difendere le zone più irraggiungibili, impervie e intatte nella loro selvaggia bellezza.
Nel 1723, Johann Jakob Scheuchzer (1672-1733), medico e naturalista di Zurigo, pubblicò un libro intitolato "Itinerari nella regione alpina svizzera (Viaggio attraverso le Alpi svizzere)", in cui descrive le sue escursioni lungo le Alpi, avvenute tra il 1702 e il 1711. Questo classico della letteratura alpina è stato acquistato nel 1990 dalla Mediateca svizzera del canton Vallese dove ancor oggi tutti possono consultare un intero capitolo, alquanto curioso, consacrato ai dragoni. Scheuchzer riporta un inventario con tutte le testimonianze di coloro che raccontano di essersi imbattuti in questi inquietanti animali alpini. Egli prende molto seriamente i racconti, le prove e la credibilità dei testimoni e descrive i mostri con particolare dettaglio.
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L'influenza dei dragoni resta molto forte per tutto il secolo XVIII, non solamente nella credenza popolare ma anche nello spirito di molti sapienti. Essi si interrogavano sulla precisa collocazione di questi mostri nel contesto delle valli alpine e li cercavano - così si racconta - all'interno di caverne, grotte e aree boschive isolate.
Nel momento in cui mi sono stati commissionati il progetto e la realizzazione del monumento al Basilisco di Malesco, ho personalmente raccolto interessanti racconti tra la popolazione locale e gli escursionisti del luogo ma, pur rimanendo sempre piuttosto scettico, sono rimasto alquanto colpito: alcuni riportavano di un animale dotato di un incredibile potere ipnotico e sostenevano fosse capace di sputare un liquido corrosivo, altri ancora lo descrivevano capace di lunghissimi balzi.
Ancor più meraviglia ha destato in me la testimonianza di un parroco di Domodossola, appassionato escursionista ed esperto conoscitore delle montagne circostanti.
Il parroco racconta di aver scorto un giorno nella fitta vegetazione un animale dalla difficile identificazione. Lo descrive della lunghezza di circa 60 cm., con la forma di una bottiglia e la capacità di lasciarsi rotolare velocemente dai pendii. Talmente stupito dalla particolarità dell'avvistamento, ha ritenuto opportuno avvisare un medico veterinario di Domodossola, studioso da lungo tempo dei rettili del luogo.
Ho voluto parlare personalmente col veterinario per sapere se era possibile ricondurre gli avvistamenti ad un animale già esistente.
Il medico, nel corso dei suoi approfonditi studi nel campo specifico, conferma l'esistenza da tempo di questa leggenda. Lui stesso ha raccolto e continua a ricevere strane segnalazioni che, secondo lui, sono per la maggior parte frutto della suggestione dei turisti e degli abitanti locali, ma una parte è invece da considerarsi attendibile e veritiera. Una possibile spiegazione può trovare fondamento nell'antica natura geologica del territorio: come è noto, le montagne dell'Ossola sono ricche di reperti fossili risalenti all'era preistorica; non è difficile, pertanto trovare rocce contenenti pesci e conchiglie fossili. Da qui l'ipotesi dello studioso, il quale non esclude la possibilità che qualche rettile preistorico sia potuto sopravvivere, pur evolvendosi nei secoli in un animale mai classificato ed in via di estinzione (se non recentemente estinto).
Questa autorevole ipotesi contribuisce a rendere ancora più viva questa interessante e curiosa leggenda, destinata a durare ancora nel tempo.
La leggenda del basilisco di Malesco, continua...
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