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Amante della materia e modellatore del materiale grezzo, Jean-Jacques Putallaz rielabora il muro: su un panello di legno, l'utensile schiaccia il cemento, si ferma, porta sopra particolari di materia e il gesto si conclude lasciando una cicatrice nervosa, coniata dalla cazzuola; la mano si tranquillizza, e il sostituto del pennello accarezza la superficie ove si vedono le ultime tracce del colore passato. Resina tinta, grigio, superficie bruciate e ocre che ricorda il sud, con questo granello di sabbia che striscia la tela, dandole tutta la sua luce. inaspettata, sorge una forma sia astratta che figurativa, incorporando l'opera nella sua dimensione umana: da una piccola finestra graticolata, l'intera opera si apre sul lato scuro della memoria non espressa, quella dei vecchi muri.
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