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"Fratel Ettore, una vita da santo"
Chiesta la beatificazione a un anno dalla morte. Un miracolo tutta la sua
esistenza
Santo. Subito. Anzi di più.
Santo, Già da prima. Tutta la sua vita un miracolo. Nella fede, nelle
opere, nella bontà. I tempi lunghi della Chiesa e la voglia della gente
dì vedere quel samaritano coraggioso all'onore degli altari. Come Giovanni Paolo, come Madre Teresa di Calcutta. E perché no quel Fratel
Ettore che proprio domani fa un anno giusto dalla morte. I suoi ultimi
istanti in clinica. Quel segno della croce ripetuto. Quel sorriso che
rendeva piena di vita la sua morte. Finalmente, anche gli onori della
città tutta.
Prega sulla sua tomba nella Casa Betania di Seveso, suor
Teresa che colse quel giorno il suo ultimo respiro e con tenacia
continua la sua opera tra gli ultimi. Ecco i fiori bianchi toccati dal
sole. Ecco una piccola statua della Madonna della Corona, Ecco le foto
lasciate sul marmo bianco dalla gente comune. Un ragazzo, una nonnina,
una famiglia intera. La richiesta mal scritta di una benedizione. Il
desiderio di un'intercessione per una guarigione. Il sant'uomo che
di certo sorride da lassù. E già è la ricerca d'ogni genere di oggetto
a lui appartenuto come reliquia di un futuro che sarà comunque quello e
nessuno ha dubbi. Sorride, suor Teresa. Pensando alla signora che poche
ore dopo la scomparsa del religioso riuscì a rubare il suo rosario.
Raccontando dei preti, delle suore, dei semplici fedeli che chiedono a
mani giunte un guanto, una sciarpa, una lettera del samaritano
coraggioso dei nostri tempi. Come fosse già santo. Magari senza sapere,
tutti quei devoti, che il superiore generale dei camilliani, padre
Anthony Monks, ha già sollecitato il postulatore generale dell'ordine a
muovere i primi passi nell'accertamento della santità di Fratel
Ettore, «tutta una vita spesa per la gloria di Dio nel servizio dei più
poveri e abbandonati». Di sicuro senza troppo curarsi dei lunghi tempi
della Chiesa, tutti quei devoti del camilliano che quotidianamente si
sporcava le mani nel fango della società.
Santo. Subito. Non ha esitazioni, suor Teresa. Perché la
liturgia vera è sul corpo del derelitto. E lui la sua Messa la
celebrava proprio sui più poveri. Dal 1979, quando apri il primo
rifugio sotto i binari della stazione. E adesso sono addirittura sette
te case di accoglienza. Trecento posti letto e non solo quello.
Perché
lui non si limitava a dare un piatto caldo di minestra o una moneta da
cento lire o il calore di una brandina. Perché lui con il suo amore
donava dignità ai poveri e agli emarginati e ai sofferenti e ai
malati. Ecco le foto di tutta una vita, in quell'ufficio buio che così
caotico fu di Fratel Ettore e adesso è della religiosa che lui ha
scelto per continuare la sua opera. Eccolo su quell'utilitaria
sgangherata con la statua della Vergine sul tetto. Eccolo con Giovanni
Paolo II in Vaticano. Eccolo imboccare un vecchio senza forze. Eccolo
con madre Teresa di Calcutta nella caverna di via Sammartini.
Eccolo portare la croce in una processione chissà dove e chissà quando.
Un anno è passato dalla sua morte e nulla è cambiato nei
Rifugi del Cuore Immacolato di Maria. Ha una meravigliosa certezza,
suor Teresa. Fratel Ettore non l'ha abbandonata, è sempre con lei, dal
cielo mantiene la sua presenza. Se possibile, ancora di più. Senza i
vincoli dello spazio, del tempo, del corpo. Il continuo e la lezione di Fratel Ettore.
Se ci sono i soldi, si fa quello Che si deve fare. Se invece non ci
sono, è perché il Signore ha deciso che sì debba aspettare. Il
frequente via vai di uomini e donne comuni che ai rifugi testimoniano
ogni santo giorno la loro vicinanza. Un banconota, una scatola di
viveri, qualche medicina.
Anche l'appoggio di qualche nome importante, anche
l'aiuto delle istituzioni. Fratel Ettore era sì amato e però a volte
anche sopportato da certe istituzioni e in certi ambienti tra quelli che
contano. Per quel suo essere tanto
crudo nel mostrare le disgrazie del mondo, per quel suo modo di
denunciare senza mezze parole certe distrazioni dei potenti. Forse
perché era un profeta, alza gli occhi al cielo suor Teresa. Forse
perché i profeti a volte costringono gli uomini e le donne a vedere le
realtà più sgradite.
E saranno molti, gli
appuntamenti per ricordare Fratel Ettore a un anno dalla morte.
Domani, alle quattro del pomeriggio, all'interno della Casa Betania di
Seveso, nella chiesa che accoglie le spoglie del fratello, si svolgerà
una concelebrazione eucaristica presieduta da padre Vittorio Paleari,
superiore provinciale dell'Ordine di San Camillo. Al termine, un momento
conviviale. Il giorno 27 agosto, sarà celebrata una Messa a Bucchianico,
paese natale di San Camillo de Lellis. Ancora, alla fine di autunno
partirà da Milano, per raggiungere Roma attraverso i luoghi di Fratel
Ettore, una mostra itinerante dedicata a quello che il cardinale
Martini definì "un gigante della carità".
Carlo Lovati
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